I dati dell'imprenditoria femminile nei territori di Livorno e Grosseto


23/10/2016 - Livorno e Grosseto hanno il più elevato tasso in Toscana di imprenditorialità femminile (27,1% sul totale). Da Collesalvetti a Capalbio quasi 15.000 imprese femminili (+0,6% nei primi sei mesi del 2016). In totale 25.038 donne svolgono il ruolo guida di amministratrici, socie o titolari di imprese. Si consolida la presenza rosa in agricoltura (Grosseto) e nel commercio (Livorno) mentre cresce quella nei settori, una volta, ad alto tasso di mascolinità. Continua tra le imprese femminili il processo di capitalizzazione con un significativo incremento delle società di capitali. In aumento quelle straniere ed in calo quelle giovanili.

Al 30 giugno 2016 sono 14.714 le imprese femminili attive nelle province di Grosseto e Livorno, divise quasi equamente tra i due territori (7.295 Grosseto e 7.419 Livorno); insieme rappresentano il 17,4% dell’imprenditoria femminile toscana. Le donne che risultano alla guida di un’impresa come amministratrici, socie o titolari di impresa superano le 25.000 unità.
La “quota rosa” del tessuto imprenditoriale complessivo che unisce Grosseto e Livorno, in pratica oltre una impresa su quattro, è la più elevata in Toscana (27,1% del totale delle imprese contro una media regionale del 23,7% e nazionale del 22,5%). Per la sola provincia di Grosseto la percentuale sale a 28,2% mentre per Livorno si calcola un 26,1%. A livello comunale la più alta percentuale di incidenza di imprese guidate da donne si registra nei piccoli comuni: Sassetta (40,8%), in provincia di Livorno, Monterotondo Marittimo (36,7%) in quella di Grosseto.
In linea con il trend regionale e nazionale l’area di interesse della nuova Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno registra una sostanziale tenuta delle imprese attive guidate da donne sia rispetto ad inizio anno (+0,2%) che allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,1%). Singolarmente però i due territori presentano un andamento contrapposto che sommato genera una sorta di compensazione e quindi di sostanziale mantenimento della situazione di partenza. Nello specifico Grosseto si caratterizza per una performance decisamente positiva che porta ad una espansione del tessuto imprenditoriale “rosa” (+49 imprese in sei mesi e +111 in un anno) mentre a Livorno si configura una situazione di modesta contrazione sia a metà anno che rispetto a giugno 2015 (rispettivamente -13 e -8).
Sul fronte delle nuove iscrizioni “rosa” neanche la buona performance di Grosseto (43 iscrizioni in più) è sufficiente a compensare il calo registrato a Livorno (-48) tanto che nel complesso il dato è negativo rispetto a giugno 2015. A questo dato si contrappone però il positivo calo delle cessazioni che per le due province in esame ammonta a 31 unità ed è realizzato in perfetta sintonia di tendenza. In conseguenza a ciò, i saldi iscrizioni-cessazioni sono positivi per entrambe le province così come nella media regionale e nazionale e, ovviamente, il tasso di evoluzione risulta positivo (0,8% Grosseto, 0,3% Livorno, 0,6% nel complesso) anche se ancora contenuto.

Questo, in breve, il quadro generale d’andamento dell’imprenditoria femminile al primo semestre 2016, così come emerge dai dati Infocamere elaborati e commentati dal Centro Studi e Ricerche della Camera di Commercio.

“Il sistema camerale è da sempre osservatore attento e sostenitore attivo della realtà imprenditoriale femminile. I dati elaborati dal Centro Studi confermano il ruolo che tale componente svolge nel nostro sistema locale, nonché nel iù vasto ambito regionale; per questo motivo è necessario continuare il percorso intrapreso dalle precedenti Camere di commercio realizzando iniziative volte non solo a favorirne lo sviluppo, ma anche la conoscenza e la visibilità.” - commenta così il Presidente della nuova Camera della Maremma e del Tirreno Riccardo Breda – “Con la legge 215/92 sono state individuate, a favore dell’imprenditoria rosa, incentivi, agevolazioni e possibili iniziative a sostegno. In sintonia con quest’indicazione e grazie anche all’attività del proprio Comitato per l’imprenditoria femminile, anche la nuova Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno valuterà, sulla base dell’esperienza pregressa, la realizzazione di bandi ed eventi a favore delle imprenditrici affinché possano contribuire fattivamente alla crescita del territorio”.

DONNE ALLA CONQUISTA DEI SETTORI DI ATTIVITA’ TRADIZIONALMENTE MASCHILI
Nel livornese la più elevata percentuale di imprese femminili già operanti o di nuova iscrizione si registra nel Commercio (35,1% attive, 21,6% iscrizioni) nei Servizi di alloggio e di ristorazione (13,8% attive, 10,2% iscrizioni) e nell’Agricoltura (13,1% attive, 2,5% iscrizioni). Segue, quale quarto settore più importante per concentrazione di imprese femminili, Altre attività di servizi (per lo più alla persona) che nel primo semestre 2016 ha contribuito con il 7,1% al totale delle nuove iscrizioni.
In Maremma la situazione si ribalta e le imprese femminili operative e di nuova creazione tendono a concentrarsi anzitutto in Agricoltura (42,9%, 23,2%) e solo in seconda battuta nel Commercio (21%, 17,5%) e con ancor meno intensità nei Servizi di alloggio e di ristorazione (9,9%, 7,2%).
Un dato interessante riguarda l’incidenza delle imprese femminili sul totale all’interno di ciascun settore. Si scopre, infatti, che in Agricoltura il peso delle aziende guidate da donne è maggiore a Livorno (37,3%) rispetto a Grosseto (34,7%) dove la cultura imprenditoriale legata al settore primario ha origini antiche, è supportata dalla particolare conformazione del territorio ed ha complessivamente una più marcata consistenza numerica. Ed è per questo che la propensione imprenditoriale femminile verso l’Agricoltura resta comunque superiore in Maremma dove, nel periodo gennaio-giugno 2016, su 10 imprese neonate ben 4 hanno conduzione femminile (a Livorno 2,5 ogni 10).
Già nel VI Censimento dell’Agricoltura tenutosi nel 2012 emergeva in modo evidente come il settore stesse superando quella tradizionale caratterizzazione maschile che lo aveva contraddistinto, oltrepassando il traguardo del 30% dei capi azienda di sesso femminile sul totale dell’imprenditoria agricola. Ed è proprio in questa direzione che i territori in esame evolvono all’unisono, inserendo fecondi margini di specializzazione che danno vita a meccanismi compensatori che determinano una buona tenuta complessiva del fare impresa al femminile.
Anche la Regione Toscana ha manifestato nel tempo una maggior sensibilità per il settore mettendo in campo importanti risorse per lo sviluppo dell’Agricoltura ed incentivando la nascita di nuove realtà imprenditoriali.
Agricoltura a parte, le donne mostrano sempre più interesse anche verso altri settori ritenuti più tipicamente “maschili”. Si sono infatti incentivate le nuove iscrizioni dei settori Attività professionali, scientifiche e tecniche, Attività finanziarie e assicurative, Attività artistiche, sportive, di intrattenimento, etc. Anche in questo caso si tratta di una conferma della tendenza già posta in evidenza nel 2015 dall’Osservatorio per l'imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere che segnalava, per l’appunto, una significativa crescita delle donne alla guida di imprese in tali settori che in passato venivano caratterizzati da un elevato tasso di “mascolinità”.
Una curiosità: nessuna delle start up innovative esistenti tra Grosseto e Livorno ha, ad oggi, carattere femminile. La scelta di tale strumento societario sembra essere ancora a totale appannaggio maschile, anche se tutto lascia presagire, in costanza delle ultime evoluzioni, che tale esclusività sarà ben presto superata.

LE TIPOLOGIE D’IMPRESA: IN CRESCITA’ LE SOCIETA’ DI CAPITALI FEMMINILI
Ma che tipo di imprese scelgono le donne per intraprendere la strada della imprenditorialità? Ebbene, a metà 2016, la forma ancora preferita dalle donne per aprire una attività è l’impresa individuale. Infatti in sei mesi tra Livorno (321) e Grosseto (285) sono ben 606 le iscrizioni di nuove imprese femminili nella forma di ditte individuali. Tuttavia qualcosa si muove in direzione della capitalizzazione in quanto, ragionando in termini relativi, il maggiore incremento si registra proprio per le società di capitali dove, tra Grosseto e Livorno, si contano 1.479 società femminili, con un aumento del 2,4% rispetto a fine anno (+0,6% Livorno, +5,2% Grosseto). Tale considerevole incremento, frutto anche della recente introduzione delle srl semplificate, è dovuto a 92 nuove iscrizioni di società di capitali, 45 a Livorno e 47 a Grosseto.
Infine, in leggera contrazione (-0,3%) rispetto a fine 2015 le imprese femminili artigiane che costituiscono il 15,4% del totale.

IMPRENDITORIA STRANIERA E GIOVANILE: IN CRESCITA LE IMPRENDITRICI STRANIERE, IN CALO QUELLE GIOVANILI
In base alla cittadinanza si rileva che rispetto ad inizio anno le imprese femminili straniere sono cresciute del 3,2% e quindi in misura superiore al totale. A metà anno, nel registro delle imprese della nuova Camera di commercio della Maremma e del Tirreno, si registrano nel complesso 1.318 imprese femminili straniere, ovvero il 9% del totale dell’imprenditoria femminile (nel complesso delle imprese quelle straniere costituiscono il 9,6% del totale).
A Livorno l’incidenza delle imprese straniere risulta più alta rispetto a Grosseto, indipendentemente dalla caratterizzazione di genere; in buona sostanza le imprese straniere risultano percentualmente maggiori sia riguardo al totale delle imprese sia se rapportate alle sole imprese femminili. Se invece limitiamo l’analisi all’interno della sola imprenditoria straniera a Grosseto le imprese a guida femminile hanno un maggior peso (30,4% contro il 22,8% di Livorno). Anche le imprenditrici straniere operano prevalentemente nel Commercio, nell’Agricoltura o nei Servizi di alloggio e ristorazione.
Le imprese giovanili di genere femminile sono 1.515, di cui 829 a Livorno e 686 a Grosseto. Rappresentano il 10,3% del totale delle imprese guidate da donne. Come per le imprese straniere anche quelle giovanili femminili incidono maggiormente sul tessuto imprenditoriale “rosa” in provincia di Livorno (11,2% contro il 9,4% di Grosseto).
Si rileva però, quale aspetto negativo, una consistente contrazione del numero di imprese guidate da giovani under 35. Il territorio della nuova Camera ha perso in sei mesi quasi il 5% delle giovani imprese femminili esistenti alla fine del 2015, ed ancor di più, con il 7% circa, delle under 35 non femminili. Si sottolinea la peggior performance livornese: -188 imprese giovanili in 6 mesi di cui 58 femminili per una variazione percentuale della conduzione femminile del -6,5% contro il -2,8% di Grosseto. Da precisare però che le variazioni delle imprese giovanili “contabilizzano” comunque in uscita i giovani imprenditori dalla fascia di età under 35, anche quando questa uscita si riferisce al naturale succedersi dell’età, indipendentemente dalla permanenza in attività.


“Le imprese femminili costituiscono una componente importante delle PMI locali, regionali e nazionali conclude il suo commento il Presidente - Occorre pertanto, in questo particolare momento di difficoltà del tessuto imprenditoriale e di riorganizzazione delle Camere, cogliere con costanza gli spunti di vicinanza e presenza fattiva con questa parte del sistema imprenditoriale, ponendo attenzione non solo alle grandi imprese ma anche a quelle più piccole e deboli che necessitano di iniziative di supporto allo sviluppo, come quelle che le Camere da sempre svolgono e continueranno a svolgere anche con le minori risorse conseguenti alla riforma”.


APPENDICE STATISTICA

Ultima modifica
Mar 24 Gen, 2023